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Life skills: la chiave per un benessere aziendale

Ci capita spesso, durante i percorsi di formazione, le sessioni di coaching, le riunioni con clienti e fornitori, di sottolineare come ci piace chiamare le soft skills anche con un altro nome: life skills.

Questo perché, secondo noi, le competenze “soft” che sviluppiamo nelle persone, nei team e nelle organizzazioni, riguardano il sapere, il saper fare e il saper essere di abilità contestualizzabili ed applicabili in qualsivoglia ambito della vita… che sia esso privato o professionale!

Questo termine non lo abbiamo inventato noi, ma ritrova le sue origini negli anni ’80-90, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) inizia a considerare l’intelligenza cognitiva non più l’unica responsabile e “garante” del successo, dell’equilibrio psicologico, delle relazioni stabili e  della realizzazione professionale dell’individuo. A partire da quegli anni, l’OMS inizia a introdurre delle competenze aggiuntive e complementari utili ad affrontare le sfide quotidiane e promuovere il benessere per sé stessi e per il contesto di riferimento; le cosiddette skills per la vita.

Perché sono così importanti nella vita, e in particolare nel mondo del lavoro?

Le life skills rendono le persone capaci di trasformare le conoscenze e i valori in comportamenti agiti, facilitano il passaggio dalla teoria alla pratica e contribuiscono alla propria percezione di autoefficacia, autostima e fiducia in se stessi, migliorando l’auto-motivazione e le performance individuali.

Inoltre, forniscono gli strumenti personali, relazionali e cognitivi per stare bene e sentirsi liberi di scegliere e di agire in modo sostenibile e costruttivo nei confronti delle persone che ci circondano e del contesto che abitiamo.

life skills

Nel dettaglio, l’OMS individua dieci competenze specifiche che proprio tutti possono imparare (su questo punto ci ritorneremo più avanti) e che sono fondamentali tanto per il benessere nella sfera privata quanto nella sfera professionale:

Vediamole nel dettaglio

1.Decision making, ovvero la capacità di prendere decisioni: saper elaborare in modo attivo il processo decisionale, definendo e valutando le varie alternative, le loro potenziali conseguenze ed individuando la scelta più opportuna e funzionale alla situazione specifica.

La capacità di prendere decisioni rapide ed efficaci è la linfa vitale di ogni azienda, poiché determina il suo successo o fallimento. Attraverso il decision making si tracciano le rotte verso gli obiettivi, si affrontano sfide, si prendono strade, si coinvolgono persone e si colgono le opportunità che plasmano il destino dell’impresa. Un buon decision-making non è solo un’abilità, ma un fondamento su cui si costruisce il futuro dell’azienda.

2.Problem solving, ovvero la capacità di risolvere i problemi in modo costruttivo, gestendo efficacemente situazioni complesse e sfidanti e andando oltre;

Una persona con questa capacità, leader o non leader che sia, è in grado di non fermarsi e non farsi travolgere dalle difficoltà, dall’incertezza e dalla complessità, ma è capace di superare gli ostacoli, di affrontare le sfide con creatività e determinazione, di vagliare diverse alternative e trovare la soluzione migliore per risolvere i problemi attuali, aprendo la strada a nuove opportunità e miglioramenti continui. Il problem solving trasforma le sfide in opportunità e gli ostacoli in successi.

3.Pensiero creativo, cioè l’abilità di generare idee originali, innovative e fuori dagli schemi creando qualcosa di nuovo e libero da vincoli convenzionali.

In ambito lavorativo, questa competenza consente di pensare ed agire “out of the box”, quindi trovare soluzioni differenti che possono ottimizzare e facilitare il lavoro, migliorando la produttività e aiutando l’azienda a crescere, oppure soluzioni innovative che possono accrescere il vantaggio competitivo dell’organizzazione.

4.Pensiero critico, ovvero la capacità di ri-elaborare in modo autonomo e oggettivo situazioni e avvenimenti. Significa essere in grado di analizzare, sintetizzare, valutare attivamente le informazioni raccolte dall’osservazione, dall’esperienza, dalla riflessione, dal ragionamento o dalla comunicazione, concettualizzarle ed utilizzarle come guida del proprio sistema di credenze, valori e del proprio modo di agire e comportarsi.  

Sul lavoro, questa capacità stimola e promuove un comportamento responsabile, rispettoso e proattivo: le persone agiscono intenzionalmente consapevoli delle conseguenze del proprio agire, condividono le proprie idee e danno feedback costruttivi per migliorare e far crescere i team e l’azienda, andando oltre a il “si è sempre fatto così”.

5.Comunicazione efficace, cioè saper esprimere opinioni, idee, emozioni, bisogni e stati d’animo per far comprendere all’altro esattamente quello che si vuole comunicare in modo appropriato alle diverse situazioni ed essere in grado di ascoltare l’altro attivamente e senza giudizio.

Non è mai abbastanza dire quanto è importante una buona comunicazione in azienda: permette lo scambio di informazioni, conoscenze e know-how importanti in maniera tempestiva e garantisce la condivisione di obiettivi e l’allineamento delle aspettative… insomma tutti sanno cosa fare, come farlo e perché farlo! Ma non solo, permette di cogliere e condividere segnali di disagio e problematiche, di trasformare potenziali scontri in incontri costruttivi e promuovere la fiducia e la collaborazione in azienda.

6.Capacità di relazionarsi con gli altri, ossia capacità di interagire con gli altri in modo positivo, di creare e mantenere relazioni sane e significative e saper interrompere relazioni, se necessario, in modo costruttivo e non violento.

Questa competenza è fondamentale per coloro che, in azienda, lavorano con e in team. Saper entrare in relazione con gli altri favorisce la collaborazione necessaria a raggiungere i risultati attesi e la creazione di un clima positivo fatto di inclusione, senso di appartenenza e fiducia diffusa.

7.Autoconsapevolezza: ossia conoscere sé stessi, le proprie modalità di funzionamento (come penso, comunico e agisco), le proprie abilità, i propri punti di forza e di debolezza, i propri bisogni e i propri valori.

Conoscere sé stessi aiuta ad accettarsi, a individuare le aree di miglioramento, a interpretare il mondo circostante in modo oggettivo riconoscendo i propri schemi mentali e le proprie convinzioni limitanti e a rispettare gli altri. Conoscere sé stessi è il primo passo per agire responsabilmente e intenzionalmente e, quindi, entrare in relazione con gli altri e raggiungere i risultati attesi.

8.Empatia: è la capacità di riconoscere cosa l’altro sta provando, accogliere e accettare cosa l’altro pensa e comunica, ascoltare senza pre-giudizi, cercare di capire il punto di vista dell’altro senza giudicare o metterci il proprio vissuto. L’empatia è la capacità di immedesimarsi nell’altro, senza identificarsi in ciò che sta provando, per supportarlo nell’agire e nel crescere.

Agire l’empatia al lavoro aiuta le persone a comprendere le prospettive, le intenzioni e le esigenze di chi li circonda sviluppando relazioni forti basate sulla valorizzazione e rispetto dell’altro e garantendo un clima di lavoro disteso e “sicuro psicologicamente”.

In particolare, in un mondo del lavoro in continua trasformazione e caratterizzato da una forte presenza della tecnologia (intelligenza artificiale, digitalizzazione, smart working e device a supporto…), è fondamentale che la leadership guidi efficacemente verso i risultati, quindi sappia indicare la mission e la vision, responsabilizzare e supportare tutte le persone del team, ma al contempo promuova la relazione, quindi sappia essere empatica e aperta all’ascolto promuovendo benessere, per sé e per gli altri.

9.Gestione delle emozioni: significa essere consapevole delle proprie emozioni (riconoscerle, distinguerle, nominarle correttamente, conoscere le “cause scatenanti”), e saperle navigare (non perdere il controllo e non farsi travolgere dalle emozioni ma mantenere il focus e agire intenzionalmente).

Anche se non se ne parla abbastanza le organizzazioni sono fatte di persone e le persone sono fatte di emozioni. E le emozioni hanno una grande influenza su ciò che pensiamo e facciamo, su come ci connettiamo con gli altri e soprattutto contribuiscono a definire il successo o l’insuccesso delle nostre performance lavorative. Ogni emozione contribuisce a mettere in moto dei comportamenti che possono essere tanto virtuosi nella misura in cui si riesce a navigare quella stessa emozione. Insomma in un ambiente lavorativo diventa fondamentale saper gestire efficacemente le proprie emozione, ma anche riconoscerle ed accettarle negli altri… e perché no supportare empaticamente gli altri a gestire le loro!

10.Gestione dello stress ovvero la capacità di riconoscere gli stressor che creano tensione, di distinguere lo stress positivo da quello negativo, di saper mettere in atto dei cambiamenti e gestirli in modo efficace e sostenibili, di sapersi adattare alle situazioni anche se sfidanti (resilienza).

La gestione dello stress sul lavoro è fondamentale per prevenire il born-out, ovvero la sindrome di stress cronico e persistente associato all’attività lavorativa che può sfociare in sintomi fisici (insonnia, mal di testa, tachicardia), psicoemotivi (demotivazione, senso di frustrazione..) e comportamentali (assenteismo, difficoltà di portare a termine i compiti…). Tutte conseguenze che hanno impatti negativi a livello personale e che creano dei costi ingenti per le organizzazioni.

E’ possibile imparare le life skills?

Assolutamente si!

Le Life Skills sono delle competenze, e come tali si possono sviluppare nel tempo

ma come?

Con l’allenamento costante!

Quindi bisogna essere disposti ad investire tempo ed energie!

Noi di Evolve possiamo supportare lo sviluppo delle soft skills, presentate in questo articolo e molte altre, nelle tue persone, nei tuoi team e nella tua organizzazione con i nostri servizi:

  • Percorsi di form-azione esperienziale su misura, durante i quali si alternano momenti di condivisione di pillole teoriche a momenti di sperimentazione sul campo di quanto appreso
  • Coaching individuale o di team per tirare fuori le competenze già presenti e per creare consapevolezza delle aree su cui lavorare
  • Workshop con tecniche di facilitazione, tra cui la metodologia LEGO® SERIOUS PLAY®, che può aiutare a migliorare la comunicazione, l’ascolto, il problem solving e il pensiero creativo e molto altro
  • Laboratori di raccolta, analisi e sperimentazione di casistiche concrete: una vera e propria palestra per allenare le soft skills contestualizzandole a situazioni realmente vissute
  • Attività di team building orientate certamente a migliorare il senso di appartenenza e di engagement delle persone coinvolte, ma anche e soprattutto come punto di partenza per prendere consapevolezza delle dinamiche di team e delle aree da potenziare

Investendo in programmi per lo sviluppo delle Life Skills/soft skills, le aziende possono creare un ambiente di lavoro più sano e produttivo, migliorando il benessere dei propri dipendenti e il proprio successo a lungo termine!

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