Verso un nuovo modello socio-economico: quali sono gli impatti dello SmartWorking
Lo Smart Working è un modo innovativo di lavorare e di gestire il lavoro, come abbiamo detto nel nostro precedente articolo, ma non solo.
E’ un vero e proprio nuovo modello economico sociale, che ha impatti profondi sulle persone, sulle aziende, sulle famiglie, sulle relazioni, sulle città e su tutto il contesto sociale.
Cultura e dinamiche relazionali
Lo Smart Working, infatti, rivoluziona la cultura aziendale, operando una vera e propria ristrutturazione del rapporto
tra dipendenti e datori di lavoro e modificando anche le dinamiche relazionali tra colleghi.
La virtualità e la non presenza fisica rendono difficili le interazioni personali alla base delle dinamiche di gruppo e di identificazione con l’organizzazione stessa e spesso comportano un vero e proprio senso di isolamento: occorre dunque sviluppare nuovi modelli di leadership che sappiano creare e sostenere la coesione del team anche a distanza, attraverso un adeguato ed efficace relation management.
Flessibilità
La flessibilità insita nel concetto di Smart Working aumenta il coinvolgimento e la concentrazione dei dipendenti
e quindi, in termini di performance aziendale, incrementa la produttività, il rispetto delle deadline e consente anche una diminuzione del ricorso ai giorni di permesso dal lavoro. Ma, al contempo, aumenta la dipendenza dalla tecnologia e dal lavoro: fenomeni di iper-connessione, workaholism e overworking aumentano lo stress e assottigliano la linea di confine tra vita professionale e privata. Per questo occorre definire regole a tutela della salute fisica e mentale dello smart worker, come il cosiddetto diritto alla disconnessione
Spostamenti
La riduzione degli spostamenti porta notevoli risparmi in chilometri e tempo.
Uno studio del “Corriere della Sera” indica che il risparmio ammonta a circa 89 minuti al giorno per persona, pari ad un totale di oltre 7 giorni lavorativi all’anno. Tempo che potrebbe essere dedicato ad attività extra-lavorative come hobby, sport o momenti di socialità con amici e parenti, bilanciando l’equilibrio tra lavoro e vita personale.
E’ stato anche dimostrato come gli uomini in smart working aumentano il tempo dedicato alla cura della casa e della famiglia, andando ad influenzare la parità di genere.
Inoltre, la diminuzione degli spostamenti ha un impatto positivo sull’ambiente grazie alla riduzione di emissioni di CO2 e di inquinanti atmosferici, ma anche, grazie alla riduzione del traffico, sulla qualità delle nostre città: si potrebbe pensare a una riorganizzazione dei trasporti pubblici locali, ad una rivitalizzazione delle periferie residenziali e, conseguentemente, ad una revisione dei bilanci comunali e regionali.
Digitalizzazione
La digitalizzazione del lavoro potrebbe portare ad una intensificazione delle disuguaglianze sociali. Infatti, per molte famiglie avere pc e connessione veloce a casa è ancora un privilegio e i costi per avere una o più postazioni ergonomiche, funzionali e connesse potrebbero essere eccessivi; cosi come quei lavoratori le cui competenze non risultano in linea con un mercato del lavoro sempre più tecnologico dovrebbero sostenere investimenti ingenti per adeguarsi alle richieste del mercato. Questi verrebbero esclusi dalle dinamiche virtuose e innovative dello Smart Working: solo politiche sociali volte al contenimento del divario tra famiglie più e meno abbienti, tra “colletti bianchi” e “colletti blu”, risolverebbe la situazione.
Lo Smart Working è dunque un modo di lavorare e di gestire il lavoro che stimola cambiamento nella cultura, nei modi di pensare, nelle consuetudini, negli stili di vita e di lavoro sia nella sfera aziendale sia nella sfera personale e domestica; lo Smart Working rivoluziona l’intero tessuto sociale permettendo di evolvere verso una società in cui il lavoro è a misura della persona.
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