Soft Skills
Cosa sono e perché ne sentiamo parlare?
Avere competenze e skill sempre aggiornate è sicuramente una caratteristica fondamentale per ogni lavoratore ed ancor più per ogni organizzazione.
Nella nostra economia globalizzata e altamente competitiva, si ricercano competenze personali che diventano un fattore cruciale di differenziazione e successo sia per le imprese sia per i candidati che si propongono sul mercato del lavoro. A questo si aggiunge che l’automazione e l’intelligenza artificiale (AI) stanno cambiando la natura del lavoro e conseguentemente anche le competenze necessarie per sopravvivere in un mondo dove l’interazione con le macchine sarà sempre maggiore.
In questa situazione di forte cambiamento, quelle che vengono chiamate competenze o abilità trasversali o, con la terminologia inglese soft skill, contano più delle hard skill cioè quelle competenze tecniche legate ai titoli di studio.
Questo è quanto emerso da un’indagine pubblicata da LinkedIn ad inizio 2019 che, come ogni anno, effettua una ricerca tra oltre 5.000 professionisti delle risorse umane sulle “Top Skill”, cioè sulle competenze più ricercate nel mondo del web. Dalla ricerca è emerso che il 57% dei senior leader afferma che le soft skill sono più importanti rispetto alle hard skill.
QUALI SONO LE SOFT SKILL PIÙ RICHIESTE?
Dall’indagine di Linkedin è emerso che per il 2019 le 5 principali competenze soft maggiormente richieste dalle aziende sono:
- Creatività: le macchine ed i robot sono bravi a seguire i processi, ad ottimizzare quanto già provato e testato, le organizzazioni invece hanno bisogno di dipendenti creativi in grado di concepire soluzioni nuove, di innovare rispetto al “già conosciuto”.
- Capacità di persuasione: avere un grande prodotto, un buon servizio, buoni dipendenti è un buon punto di partenza, ma la chiave è persuadere i clienti a comprare, i fornitori a collaborare, i dipendenti a contribuire attivamente alla vita dell’azienda.
- Collaborazione: di fronte alla complessità del nostro contesto, la vita in azienda ed i progetti diventano sempre più complessi e globali, la collaborazione attiva ed effettiva diventa sempre più importante.
- Adattabilità: la capacità di adattamento ai cambiamenti è essenziale per navigare nel mondo in continua evoluzione di oggi, poiché le soluzioni di ieri non risolvo non i problemi di domani.
- Organizzazione del tempo: saper organizzare la propria giornata permette di non farsi travolgere dagli eventi esterni e rimanere focalizzati sui propri obiettivi.
Vi è poi uno studio di McKinsey, effettuato nel 2018 su oltre 3.000 aziende leader in sette paesi a livello globale, da cui è emerso che nei prossimi 10 anni, nel mondo del lavoro, la domanda di soft skills crescerà di circa il 24%.
Capacità di ascoltare e comunicare, lavoro di squadra, flessibilità e leadership sono da sempre un requisito importante per chi partecipa al mondo del lavoro tant’è che le troviamo sempre negli annunci delle posizioni aperte di moltissime aziende e anche nel curriculum di chi cerca lavoro…
Ma dallo studio McKinsey emerge che ci sono delle macrocategorie di soft skill che sono e sempre più saranno considerate essenziali dai datori di lavoro.
La prima è la creatività, esattamente in linea con quanto emerso dalla ricerca di linkedin.
La seconda soft skill chiave è la leadership e la capacità di gestire gli altri: le aziende vogliono persone che sanno lavorare in autonomia e coordinare i colleghi, vogliono persone che sappiano risolvere conflitti interpersonali o dare stimolo o aiuto ai colleghi in difficoltà, sappiano sapere gestire i team e le riunioni, motivare le persone, fare attività di mentoring e coaching, sapere curare e trattenere i talenti.
La terza soft skill è l’imprenditorialità e la capacità prendere l’iniziativa: cioè saper tradurre le idee in azione grazie a creatività, innovazione e assunzione di rischi, ma anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. È una competenza che aiuta gli individui ad acquisire consapevolezza del contesto in cui lavorano e a poter cogliere le opportunità che si offrono. E’ il saper prendere decisioni e delegare quando necessario.
La quarta è la capacita di gestire relazioni, l’empatia e la capacità di lavorare in team: questa soft skills compare in quasi tutti gli annunci di lavoro; le aziende, infatti cercano persone in grado di collaborare con gli altri (siano essi colleghi, clienti, fornitori) e che sappiano anche affrontare situazioni difficili o stressanti in modo costruttivo. Occorre possedere intelligenza emotiva, essere aperti al diverso e saper interagire con gli altri anche con chi ha un atteggiamento critico e pungente.
La quinta è la comunicazione: saper parlare in modo chiaro (con colleghi, manager, soci, clienti, fornitori….), persuadere, interagire in modo fruttuoso, mostrare empatia rientrano in questa categoria, così come negoziare, presentare in pubblico, interpretare il linguaggio non verbale, scrivere bene o saper fare lo storytelling. Ma non si può avere buona comunicazione se prima non si impara ad ascoltare!!!
E’ interessante notare che le soft skill hanno un peso rilevante anche quando le persone scelgono l’azienda in cui andare a lavorare.
Ogni anno Fortune pubblica una interessante classifica sulle imprese più ammirate a livello globale.
Ai primi posti dell’ultima classifica ci sono imprese che negli ultimi anni sono state protagoniste di importanti cambiamenti nei loro settori come Aphabet, Apple, Starbucks, Walt Disney, Microsoft.
Sono state scelte non per la loro struttura organizzativa, l’efficienza dei processi, la solidità finanziaria, bensì per le soft skill come la capacità di innovare o di rispondere ai desideri dei consumatori o di creare benessere per i propri dipendenti.
Le soft skill sono vere e proprie risorse intangibili: non si possono toccare, ma fanno la differenza quando un’impresa compete sul mercato e vengono riconosciute quando se ne valuta il valore.