Persone-azienda: un motore alimentato a benessere e guidato dalla leadership
Il mondo del lavoro è in continua trasformazione!
Intelligenza artificiale, organizzazioni “fluide”, sostenibilità, nuove generazioni con nuovi bisogni ed esigenze hanno reso il tema del benessere una necessità in questo contesto in continua evoluzione.
Negli ultimi anni, infatti, sono le persone a scegliere le aziende e non più viceversa… Una delle più grandi sfide per le aziende è diventata l’attrazione e il trattenimento dei talenti che trova nel tema del benessere una delle variabili altamente differenzianti e competitive.
Il benessere in azienda migliora l’employee experience: quando le persone stanno e lavorano bene, si riconoscono nei valori aziendali, sanno il perché del loro agire, si sentono coinvolte, valorizzate e ascoltate, percepiscono di essere supportate nel lavoro dai loro responsabili e dalla tecnologia e sentono di poter dare il loro contributo.
L’impatto positivo c’è e si sente: più engagement, maggiore retention e attrattività delle persone con maggiore competenze e potenzialità, i cosiddetti talenti, minori tassi di turnover, maggiore produttività e competitività, maggiore velocità nel raggiungimento dei risultati attesi e degli obiettivi di fatturato!
Ed ecco che riemerge la connessione indissolubile tra persone e azienda che vede come benzina il benessere e come pilota la leadership!
Ma partiamo con ordine… dalla definizione di benessere aziendale:
“la capacità di un’organizzazione di garantire, oltre alla collaborazione,
una qualità dell’ambiente lavorativo tale da permettere ai dipendenti di
stare bene a livello fisico, psicologico, sociale, professionale ed economico”
Ognuno di noi, poi, ha la propria idea di benessere in azienda, così come ognuno ha i propri bisogni, i propri valori, le proprie aspettative e le proprie leve motivazionali.
Ad esempio, per la nostra Valeria Olgiati, soft skills trainer di Evolve nonché Wellbeing Ambassador, il benessere è:
“Fiducia!
Fiducia in sé stessi, negli altri e nell’azienda…
fiducia diffusa che infonde e diffonde sicurezza, positività energia e quindi benessere per tutti.
Significa poter dire la tua senza timore del giudizio, poter condividere i tuoi errori
come apprendimenti e non come fallimenti, poter sempre contare su qualcuno e viceversa.
Per me la fiducia diffusa è l’ingrediente di cui non si può fare a meno per la ricetta
di un benessere aziendale efficace e tangibile.”
(E per te cos’è benessere? Prova a pensarci!)
Ad ogni modo, è sicuramente una condizione che riguarda la dimensione:
- dello “stare bene” nel senso fisiologico e fisico del termine
- e del “fare bene” relativo a ciò che si fa in azienda e di come ognuno di noi funziona insieme ai colleghi e responsabili.
Dimensioni riconducibili rispettivamente ad aspetti relazionali e ad aspetti operativi.
Da un lato, i rapporti che si instaurano con i colleghi , con i propri responsabili, con i vertici aziendali, le modalità con cui si comunica, il clima ed i valori condivisi o meno, il grado di stress, il livello di sicurezza percepito.
Dall’altro, le modalità con cui ognuno svolge le proprie attività ed i compiti quotidiani, il fare o non riuscire a fare quello in cui si è maggiormente capaci e performanti oppure quello per cui ci si sente riconosciuti, il livello di certezza/ incertezza sull’attribuzione di responsabilità o sui ruoli (chi deve fare cosa), la caccia al colpevole in caso di errori.
Qual è il ruolo del leader in questo contesto?
I modelli di leadership del passato non sono più funzionali: serve una leadership completamente diversa, che sia promotrice di benessere, per sé e per gli altri.
Una leadership in grado di lavorare sulle due dimensioni del benessere facilitando la collaborazione, stimolando la responsabilità e costruendo senso di appartenenza.
- Collaborazione vuol dire partecipare insieme ad altri a un lavoro, unire gli sforzi per il raggiungimento di un fine comune. Collaborare vuol dire creare una relazione sinergica tra diverse parti (persone, reparti, uffici, dipartimenti, fornitori, ecc.), vuol dire mettere in comune competenze, conoscenze, talenti, informazioni, risorse per lavorare insieme e raggiungere un risultato che prima non esisteva, produrre qualcosa di meglio di ciò che non si sarebbe potuto fare da soli.
La soluzione di un problema, una nuova idea, prodotti migliori, un miglioramento del know-how.
Una buona collaborazione produce una qualità migliore, facilita l’esecuzione dei progetti, migliora l’efficienza dei team, crea ambienti di lavoro migliori, fa crescere le organizzazioni e crea benessere.
Per far questo, il leader deve stimolare le persone a lavorare insieme, a superare la competizione e la paura di perdere il proprio valore agli occhi dell’azienda stessa, deve assicurarsi di avere nella stanza persone con le competenze e la mentalità più adatte, deve far capire che lavorare insieme per raggiungere un risultato collettivo accresce il valore di ogni individuo invece di sminuirlo. - Responsabilità è la capacità di rispondere, di essere abili nel dare risposte e nel rendere conto delle proprie azioni. Significa sentirsi “causa”, soggetto attivo delle proprie azioni e delle situazioni che si vivono.
Significa allontanare la logica viziosa del “non è colpa mia”, “deve farlo il mio collega”, “non posso farci niente” che rischia di innescare una catena senza fine di deresponsabilizzazione e lamentela che impedisce ogni tipo di analisi mirata al miglioramento.
Per far ciò il nostro leader deve diffondere la fiducia all’interno del team, senza microgestire bensì lasciando autonomia, promuovendo la sperimentazione ed accettando l’errore; deve favorire in ognuno la capacità di partire da se stesso, creando auto-consapevolezza; deve potenziare e stimolare la crescita professionale, non solo sviluppando competenze ma anche riconoscendo e valorizzando i comportamenti virtuosi. - Ed infine, senso di appartenenza è la sensazione che si prova nel sentirsi parte di qualcosa, il senso d’identificazione e di attaccamento a un gruppo o a un ambiente, nato dalla condivisione dei valori, dei simboli e degli ideali dell’organizzazione.
Metaforicamente parlando è quando le persone si sentono “sulla stessa barca”, hanno la percezione che il “sentirsi parte di un gruppo” e “sentire che il gruppo è parte di sé” si fondono insieme.
Questo porta ogni membro di un team a dare il proprio contributo, impegnandosi al massimo e agendo come un tutt’uno con gli altri, stando e lavorando insieme per il raggiungimento del bene comune!
Le persone immerse in un clima di collaborazione, responsabilità condivisa e senso di appartenenza
saranno soddisfatte e serene del proprio lavoro.
Quindi, stando bene al lavoro, contribuiranno in modo esponenziale a
generare e mantenere benessere in azienda.
Cosa serve per favorire il benessere aziendale e una leadership per il benessere?
Sicuramente il benessere è una condizione che nasce dal singolo e si diffonde nel gruppo, che genera soddisfazione ed efficienza negli ambiti lavorativi e relazionali e che aiuta il perseguimento degli obiettivi e la produttività individuale, di team e dell’organizzazione.
Queste dinamiche positive si costruiscono intenzionalmente e quotidianamente orientandosi su iniziative che mettono le persone al centro:
- sviluppare le soft skills attraverso percorsi di formazioni ad hoc
- sviluppare una leadership orientata al benessere e al creare il giusto equilibrio tra risultati e persone
- sviluppare autoconsapevolezza personale o di team con percorsi di coaching
- agevolare partecipazione, comunicazione, collaborazione attraverso momenti di facilitazione
- stimolare il problem solving, sbloccare creatività e sviluppare il pensiero di gruppo attraverso la creazione di modelli tridimensionali, metafore visive di concetti astratti tipiche del metodo LEGO® SERIOUS PLAY®