Il nuovo leader: Da supereroe a coach
Cambiano i tempi, cambiano i contesti e le modalità con cui quotidianamente operiamo, cambiano le persone, cambiano le organizzazioni…tutto questo cambiamento richiede un nuovo stile di leadership!
Siamo sempre stati abituati a considerare il leader un punto di riferimento forte, stabile, sicuro di sé, un supereroe onnisciente che comanda con abilità e determinazione, che ha sempre la risposta pronta ad ogni domanda, la soluzione ad ogni problema, che detiene tutto il potere decisionale (dice ai collaboratori cosa devono fare e come devono lavorare, definendo il quando e il dove), che protegge i suoi seguaci e li guida verso orizzonti di successo. Un capo, un boss, un supervisore che, applicando una mentalità di previsione e controllo, pianifica le attività proprie ed altrui in base a procedure standardizzate tese all’aumento della produttività e dell’efficienza e che supervisiona il lavoro dei collaboratori attraverso un controllo diretto, senza mai una debolezza, senza mai allontanarsi dai propri passi.
Ma questa è un’immagine di altri tempi basata su modelli di successo per il mondo che esisteva una volta; nel mondo estremamente incerto, variabile, complesso di oggi e ancor più nel contesto che verrà, questo modello non è più applicabile e funzionale.
Come far operare i manager e leader in modo efficace con modelli di business in costante evoluzione? Come ridefinire lo stile di leadership a fronte di quanto successo negli ultimi anni? Qual è la leadership di domani?
La risposta sta nel leader coach. Una nuova leadership in grado di anticipare il cambiamento, di mettersi in discussione, di accettare e gestire la dimensione umana, di lasciare spazio agli altri e condividere la responsabilità.
Anticipare il cambiamento
Anticipare il cambiamento, non solo reagire ad esso.
Il nuovo leader è colui che sa osservare tutti i segnali, seppur minimi, provenienti dal contesto di riferimento; è colui che è in grado di raccogliere in modo attento le tendenze che possono avere un impatto sulle persone, sull’organizzazione, sull’ambiente in cui agisce; che sa rivedere e correggere le proprie strategie per anticipare nuove mosse; che non si cristallizza sui successi del passato bensì ha il coraggio di abbandonare quei comportamenti ed abitudini che gli hanno consentito di riuscire in passato per adeguarsi al nuovo che arriva.
Il leader coach è colui che sa guardare al futuro e agli imprevisti che possono presentarsi come opportunità; che ha il coraggio di affrontare il nuovo, di reinventarsi al momento giusto, di cambiare gioco quando ancora è sulla cresta dell’onda, per prepararsi al cambiamento, e non essere travolto dall’onda del nuovo.
Avere il coraggio di affrontare il nuovo, attraverso le azioni, deve diventare la quotidianità del leader coach.
Mettersi in discussione
L’etimologia della parola “decidere” è riconducibile al latino e significa letteralmente tagliare da, tagliar via, dare un taglio, definire.
Tagliare via convinzioni inutili, scremare, fare chiarezza per prendere le decisioni migliori è possibile solo attraverso le domande: porre domande agli altri e a se stessi permette di mettere in discussione, ripensare alle situazioni vissute, vederle sotto altri punti di vista, stimolare lo scambio di idee e favorire l’apprendimento.
Le domande portano a raccogliere nuove informazioni, nuovi punti di vista, nuovi spunti di riflessione ma anche a sviluppare nuove scoperte; alimentano creatività, innovazione e miglioramento del processo decisionale, ma sono anche un catalizzatore per il miglioramento individuale.
Le domande creano spazi in cui ognuno dà il proprio contributo condividendo la propria risposta e stimolando una più approfondita conoscenza di sé e degli altri.
I leader coach si mettono in discussione, guardano oltre le proprie convinzioni, approfondiscono quello che già hanno appreso per scoprire nuovi approcci, imparare modi migliori, destreggiare nuove capacità ed abilità, si spingono oltre i propri limiti. Danno l’esempio e condividono con le loro persone tutto ciò che imparano.
L’umiltà di fare domande e di essere consapevoli che nessuno conosce quella giusta stimola un approccio di apprendimento continuo. Imparare, disimparare e imparare di nuovo diventa un imperativo per trovare possibili risposte che possano garantire di rimanere al passo con i tempi e creare vantaggio competitivo all’interno della propria organizzazione.
Accettare e gestire la dimensione umana
Il leader coach è colui che scende dal piedistallo e si mette alla pari delle proprie persone: ascolta le loro parole, le loro esigenze ed emozioni diventando al contempo partner di azione.
L’apertura alla diversità è un’attitudine chiave per il leader del futuro. Il nuovo leader ha una rete di relazioni diversificata: riesce a sviluppare e mantenere relazioni con persone molto diverse dal punto di vista funzionale, caratteriale, culturale, politico e sa stimolare e raccogliere da loro punti di vista, idee e soluzioni differenti e varie. Ma sa anche stimolare il confronto costruttivo, circondandosi di persone che dicono liberamente ciò che pensano, non solo ciò che i leader vogliono sentire.
Gestire il people-side nei propri collaboratori è un’altra sfida per il leader del futuro: il nuovo leader deve saper cogliere, accettare e gestire non solo le competenze tecniche delle persone ma anche le loro emozioni; attraverso l’ascolto attivo ed una comunicazione carismatica ed inclusiva il leader coach deve essere in grado di conquistare il cuore e la mente delle persone, accettando i diversi punti di vista e catalizzando stati d’animo ed emozioni per creare valore per sé, per il team e per l’organizzazione.
Questo vale non solo per i collaboratori ma anche per il leader stesso. Spesso i leader faticano a riconoscere e a mostrare le proprie emozioni, perche troppo spesso questo viene vista come una debolezza del supereroe inattaccabile ed imperturbabile. Ma mostrare il proprio aspetto umano permette di costruire una relazione più vera ed autentica con le persone. A volte mostrare di aver bisogno di aiuto e chiederlo, consente al leader di connettersi con i propri collaboratori e di lavorare meglio come team, creando uno spazio sicuro, fatto di fiducia e sintonia, dove le persone si sentono incluse, accettate, coinvolte e motivate.
Inoltre, il leader moderno è consapevole di dipendere dalle proprie persone, non il contrario. Ha l’umiltà di scendere in campo e dare l’esempio, come leader-doer mette le “mani in pasta”, lavora e co-agisce con i propri collaboratori e crea un rapporto di partnership che concretizza valori e visione in azioni.
Lasciare spazio agli altri e condividere la responsabilità
Il leader moderno non si mette sul piedistallo, non si prende i meriti per i risultati raggiunti, non decide e non fa tutto lui.
Il leader coach è colui che incoraggia l’iniziativa individuale, che ripone fiducia nelle sue persone così che ognuno possa esprimere a pieno il proprio potenziale.
Il leader fornisce l’obiettivo, le risorse e l’arco temporale, lasciando libero il collaboratore di definire come svolgere il proprio lavoro; il leader coach trasmette alle sue persone la sensazione che ciascuno in qualsiasi momento, se vuole, può essere parte del gioco, può essere la pedina più importante sul campo, stimolando la creazione di un’ambiente in cui ognuno può fiorire e dimostrare il proprio valore.
In questi termini diventa essenziale condividere le responsabilità, i meriti del successo ma anche il peso della sconfitta, senza insegnare come fare meglio, ma supportando il processo di apprendimento e distinguendo la persona dall’errore, che viene visto come occasione per imparare.
Il nuovo leader quindi non è più un supereroe invincibile cui portare rispetto e dedizione incondizionate, bensì è un coach che ha la visione del futuro e riesce a coglierla prima degli altri; che mostra il suo lato umano, si mette in discussione nella consapevolezza che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare da tutti; che entra in connessione con i suoi collaboratori valorizzando l’unicità di ognuno di loro, le sue potenzialità e la sua iniziativa; è colui che stimola fiducia nel singolo e nel team, rispetto, autonomia, responsabilità condivisa, capacità critica, adattabilità e proattività in ogni singolo individuo del proprio team.
Il nuovo leader è capace di creare un contesto virtuoso in cui creare nuovi leader!