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Dammi 4 parole: fiducia, responsabilità, autodisciplina e rispetto

Il leader moderno che negli articoli precedenti abbiamo definito leader coach lavora soprattutto sul contesto, creando un ambiente virtuale e fisico in cui le persone possano dare il meglio di sé sia come individui che come team.

In un’organizzazione del lavoro tipica dello smart working, o del futuro lavoro ibrido, dove è impossibile imporre il controllo diretto e dove l’ufficio è la persona stessa, fiducia, responsabilità, autodisciplina e rispetto sono principi cardini per creare il contesto virtuoso appena descritto.

È responsabilità del leader moderno consolidare il legame di fiducia tra collaboratore, leader e azienda, responsabilizzare i collaboratori a dare il meglio di se stessi per raggiungere gli obiettivi prestabiliti, rafforzare l’autodisciplina, creare un ambiente di rispetto reciproco in cui tutti possano offrire il proprio contributo ed esprimere al meglio le proprie idee.

Fiducia

La fiducia è la base di tutto quello che facciamo ed è fondamentale per il funzionamento di qualsiasi relazione lavorativa e personale che viviamo.

Noi abitiamo un clima di fiducia proprio come abitiamo l’atmosfera e ci accorgiamo della fiducia come ci accorgiamo dell’aria…solo quando diventa scarsa o inquinata.

Nelle relazioni professionali la condotta di fiducia è il risultato della presenza di certe condizioni che le parti mostrano nella loro relazione, in particolare la fiducia può essere vista come la somma di tre dimensioni Affidabilità, Accordo e Attenzione:

fiducia

– L’affidabilità: ha a che fare con i comportamenti che permettono di raggiungere gli obiettivi e rendicontare I risultati, si ricollega quindi alla responsabilità e al processo di responsabilizzazione. Questa dimensione si rafforza con il raggiungimento degli impegni nel tempo.

– L’accordo: ha a che fare con l’interesse reciproco nella relazione, con la ricerca di uno scambio che sia vantaggioso per le parti per cui possiamo ricollegarlo al concetto di autodisciplina. L’auto-controllo, di voler portare avanti i risultati.

– L’attenzione: lato emotivo e relazionale che contribuisce a creare un sentimento di mutuo benessere nella relazione, per cui fa riferimento al rispetto

Responsabilità

Il leader deve stimolare responsabilizzazione e accountability nel collaboratore: far sì che si senta causa delle situazioni piuttosto che effetto, quindi responsabile delle proprie azioni, del raggiungimento o meno dei risultati legati al suo lavoro.

Interiorizzando l’obbligo morale di svolgere i propri task in autonomia e senza supervisione viene stimolato un atteggiamento proattivo, ma anche creativo e innovativo, quindi il potenziale delle persone.

responsabilità

Non si parla solo del semplice adempimento del dovere, ma anche di dimostrare l’efficacia delle azioni intraprese, rendicontare come si è proceduto e con quali metodologie, anche in un’ottica di risvolti futuri pratici ed eventuali apprendimenti mirati al miglioramento continuo. Si parla di accountability, un termine che non trova una traduzione italiana puntuale ed esauriente ma che va oltre la mera e semplice responsabilità. 

Quindi, il leader come un coach deve motivare i propri collaboratori ad esprimere al massimo il loro potenziale per raggiungere gli obiettivi in libertà, e al contempo generare autonomia che li renda proprietari del proprio lavoro e quindi responsabili delle proprie azioni.

Ciò contribuisce a consolidare la dimensione dell’affidabilità.

Autodisciplina

Gioca un ruolo strategico in questi termini anche l’autodisciplina, ovvero il controllo, la padronanza di sé stessi, la condotta normata da regole che il soggetto si autoimpone e che riconosce liberamente.

Non utilizzare il cellulare durante l’orario di lavoro, non navigare su Facebook durante una riunione, non approfittare dell’assenza del capo per fare tutt’altro che i propri task sono solo alcuni esempi di atteggiamenti e comportamenti che caratterizzano un lavoratore autodisciplinato. 

autodisciplina

Infatti, l’autodisciplina permette di focalizzarci su ciò che è più significativo portando ad essere più concentrati, ma anche determinati: contribuisce a fare ciò che si deve, indipendentemente da come ci si sente in quel momento, dagli ostacoli che si incontrano e dalle distrazioni che ci tentano. Inoltre, garantisce il mantenimento delle promesse fatte a noi stessi (buoni propositi) e agli altri (impegni) e il rispetto dei propri valori morali, ovvero fa sì che le azioni siano in linea con i pensieri, rendendo più autentici.

L’autodisciplina contribuisce a consolidare la dimensione più etica e sociale della fiducia: il grado di compatibilità tra gli interessi e i valori della relazione, ovvero l’accordo.

Rispetto

Un ambiente in grado di valorizzare l’unicità delle persone e di valorizzare il loro potenziale, anche lontano dal luogo di lavoro, deve essere un ambiente in cui regna il rispetto.

Per addentrarci in questo concetto, dobbiamo partire da un presupposto, ovvero che il rispetto è reciproco: lo si riceve nella misura in cui lo si dà! Se non lo offriamo difficilmente lo possiamo ricevere. 

Da qui possiamo far emergere le due vie del rispetto che si alimentano vicendevolmente: rispetto dato, ovvero il rispetto che si mette in atto nei confronti degli altri e del mondo che ci circonda, e rispetto guadagnato, ovvero il rispetto che si riceve dagli altri e che dipende dal proprio livello di rispetto agito in termini di civiltà, cortesia ed educazione.  

rispetto clienti

Verso chi dare rispetto? 

Verso sé stessi e i propri compiti. In un’ottica di smartworking significa portare a termine il proprio lavoro, raggiungendo gli obiettivi assegnati nelle scadenze previste rispettando i propri doveri lavorativi. Questo rispetto garantisce ad ogni persona di sentirsi realizzata e soddisfatta del proprio lavoro, ma anche di supportare la fiducia da parte dell’azienda e del supervisore, dimostrando la propria responsabilizzazione e autodisciplina. 

collaborazione

Verso i colleghi. Si basa sulla consapevolezza di essere parti di un sistema più ampio: sapere che il proprio lavoro impatta sul lavoro e sugli obiettivi dei colleghi e sul risultato finale dell’azienda. Rispettare gli altri, lavorando in modo complementare e collaborativo permette non solo di migliorare il clima e le relazioni aziendali, ma anche la produttività.

Verso l’azienda. Si lega all’opportunità che l’azienda dà di lavorare da remoto conciliando in modo migliore la propria attività lavorativa con gli impegni della sfera privata. Portare a termine i propri obiettivi e non approfittare dell’assenza di controllo per non lavorare, rispettando anche il lavoro dei colleghi, permette di sfruttare tutto il potenziale e i benefici dello smart working.

– Infine, non è da dare per scontato, il rispetto verso i clienti. L’azienda ha come scopo finale quello di creare valore per i clienti, ciò si traduce nell’erogazione di servizi e beni di qualità, grazie a processi efficaci ed efficienti che eliminano gli sprechi (ritardi, duplicazione delle attività, rilavorazioni, eccesso di specifiche, specifiche incomplete) e che rispettano i tempi (es calendario chiusure mensili o di consegne ecc). 

Il rispetto contribuisce positivamente alla dimensione dell’attenzione.

La sfida per un leader moderno sta nell’essere in grado di mettere al centro le persone ritagliando dei momenti, virtuali o reali che siano, di interazione diretta con i propri collaboratori per ispirarli e guidarli, ma anche di condivisione e co-creazione fra le persone stesse, dedicando tempo ed energie all’ascolto. Questi momenti non sono a catalogo ma fatti su misura per stimolare responsabilità, autodisciplina e rispetto, fondamentali per uno smartworking di successo. Un processo che deve essere guidato da una parola fondamentale: fiducia reciproca!

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